Diario di viaggio - ETIOPIA Novembre 2013
Partecipanti al viaggio conoscenza CUAMM-APA in Etiopia
- Dino Azzalin - medico Odontoiatra presidente CUAMM- Varese
- Margherita Mattarolo (PD) - odontoiatra
- Giuseppe Bondi (Empoli) - odontotecnico
- Paolo Cristante (Udine) - maratoneta
- Filippo Marelli (Milano) - medico
- Marco Bina (Milano) - insegnante
- Giovanna Lagozzi (Varese) - insegnante
- Rita Gavida (Varese) - sorella di Giogio
- Luca Scali (Siena) - medico dentista
- Spartaco Dainelli (Empoli) - medico dentista
- Luisa Chiappa (Nerviano) - cardiologa
- Elia Azzalin (Varese) - fratello di Dino
- Marco Rampi (varese) - Africa e sport
Nazioni Unite
Qualcosa di solitario, austero e lotta.
Ecco di cosa ho bisogno e invece ancora una volta intruppato un vedere sparire il solo nel bidone fuligginoso e maleodorante di Addis Abeba. Unica novità l'odore di aglio che viene dalla Cina, che esce da tutte le parti, persino nei cessi dell'aeroporto. I cinesi sono stati più bravi a fare meglio della schiavitù e delle famigerate colonie europee, e senza versare un goccio di sangue, almeno in apparenza. Sono come le cavallette del Vecchio Testamento, si portano via tutto. Ho scritto una volta l'Africa non è mai stato così tanto, ma questo è successo in Europa coi barconi. Un esodo che nessun filo spinato o nessuna legge potrà fermare!
Che ci faccio in mezzo un gruppo eterogeneo sotto la disputa imperiale dei maratoneti che cercano nella loro resistenza umana la cifra in cui riconoscersi docili fibra dell'universo? Boh, mi hanno insegnato di fare in ogni incontro una possibilità di vita e io ci credo. L'Africa in questo senso non mi ha mai tradito.
Ho preso la mia prima cardio aspirina per il formicolio alle gambe.
Il viaggio è stato più lungo del solito, ma è costellato di piccole fastidiose irritazioni, la prima è il maleodorante del vicino di posto sull'aereo, un misto tra un cuoco di pesce e un maschio e una discarica a cielo aperto. Oggi lo scatto fatto dall'aereo.
Se poi ti capita un bambino piccolo sono dolori e di dormire anche pensarlo.
La seconda un fastidiosissimo formicolio alla pianta dei piedi e seguito da una insensibilità;che non mi ha fatto dormire per quasi tutto il viaggio! Poi la cardio-aspirina del collega Marelli mi ha fatto passare tutto. (miracolo della medicina)
La terza che Marco arrivò dalla Tanzania via Nairobi s'è beccato un momento di punta;e non ce l'ho fatto un uscire insieme così abbiamo dovuto attenderlo per quasi due ore. Poi rientrando nell'aeroporto con Enoch l'autista e Luisa con Luca, ho;perso gli occhiali azzurri e arancioni a cui ero speciale affezionato.
Niente di che. Ho dimenticato anche l'inchiostro che scriveva così bene.
Ma non importa. E 'ROBA !! Mai affezionarsi a quel che siamo costretti a perdere e ritrovare allo stesso modo. Fino alla loro e nostra definitiva scomparsa.
Sto leggendo il nuovo libro di Bruce Chotwin "L'ALTERNATIVA NOMADE"
lettere 1948 - 1989
E 'molto bello perché vieni provato certi scritti privati ??non lo stoccaggio nessun scritto creativo.
"Così bene da cosa fuggo ma cosa sto cercando."
ANTICAMENTE I NOMADI VIAGGIAVANO ALLA RICERCA DI CIBO, RIPARO, ACQUA: NOI, NOMADI DI OGGI, VIAGGIAMO ALLA RICERCA DI NOI STESSI.
Nguien Qui Doc (scrittore vietnamita)
Il culo ingrossa ogni giorno che passa. Noi quattro faremo una deviazione di percorso.
Un bel libro che mi fa compagnia e che mi fa pensare a;potrebbe partire da una lettera come quella che mi scrisse la nostra amica lontana e;vicina che ho amato.
DUE
GETCHE (18 novembre 2013)
Dopo un bel viaggio tra il belare di capre e il paesaggio di campagna e bananeti arrivammo;un Getche, villaggio a quasi tre ore dall'Ospedale Cuamm di Walisso già visitato l'anno scorso e oggi considerato agghindato da essere percepito meglio come un luogo piacevole dalla bella accoglienza.
Bambini festosi, che si fanno in quattro per essere visti e fotografati (non arrivano in Kenya;colomba invece se posso ti spogliano e ti derubano di tutto).
Questa è una specie di "buona natura" grande è la sua frescura e guarda caso di una semplice e agreste fortuna.Ma non appena accolti da Suor Francesca della congregazione della ANTA MISERICORDIA DELLA CROCE, che ha la sua casa madre proprio in Italia ea Palermo, i dadi che si lavorano, che è molto da lavorare, le pioggie di ottobre hanno riempito il dispensario di TBC, tubercolosi e malaria.
Quindi è già un passo avanti. Farsi forti di questa bella fede e rimboccarsi le maniche Suor Francisca è di un ottimismo straordinario a cui lei dà il nome di: Provvidenza!
"Iddio solo perché ancora sono qui" tra una benda e una medicina.
L'Africa è così è venuto dalla spiaggia, specie l'Adriatico, oppure quando sei pieno che scrolla i calzini e gli indumenti e cerchi di toglierti la sabbia di dosso. L'Africa una volta vista ti resta addosso.
Ogni anno mi dico è l'ultimo e invece ancora con quella sabbiolina che esce ancora;dalle tasche e dalle scarpe. Piuttosto di fare venire in Costarica che alla mattina prima di infilerò le scarpe le sbattevamo tra di loro per vedere che non è annidato uno scorpione.
Meglio la sabbia di uno scorpione dice Spartaco Dainelli, simpatico collega di Empoli! (APA naturalmente). Ma è certo che da quando questo modo di viaggiare mi ha preso la mano qualche anno fa, non riesco più a togliermelo di dosso! Una forma di redenzione, di espiazione e di pena. Ma anche di speranza aggiungo io. Ma va là dice Luca Scali è solo che qui fa più caldo e ci stiamo bene. Luca alla sera ci intrattiene con storie davvero esilaranti che raccoglie in un taccuino e ci fa morire dal ridere. Questa terra è fatta di riso e luce dice lui, ma la nonna di Luisa che emerge spesso dice che bisogna essere africani per capire gli africani. Quindi il messaggio è chiaro.; Questi visi hanno però hanno il fragore dell'acqua e del; pianto.
Bisognerebbe; bruciare i calzini, le magliette, le scarpe e la sabbia forse sparirebbe, ma quando penso a questo mi preoccupa di non essere ancora stato cremato.
Sì è un bel posto questo che ci viene incontro; anche Giuseppe, oggi presidente APA (Amici Per l'Africa), una persona deliziosa, straordinaria!
C'è molto da fare. Lo ha detto lui, dobbiamo venire qui e restarci.
TRE
Chiunque abbia mai provato una tensione ha un libro dentro di sé ma forse sarebbe meglio un libro migliore, se aspettasse di compiere sessant'anni prima di consegnarlo all'editore. Così sembrebbe dire Chatwin, che bisogna aspettare che bisogna capire gli erroi, gli entusiasmi glia amori fino al loro compimento.
Sai se questo è vero un minuto prima della morte! Solo questo deve dire: le sarebbe possibile fissargli un appuntamento le garantisco,vale la pena di passare mezz'ora, e sulla quale mi sentirei di scommettere.
(Lettere scritte per B. Ch.; da Debora Rogers a Jonathan Capre editore della Scimmia Nuda)
Oggi è un bel giorno qui a Getche, gli alberi sono un po' scomposti, sembrano abbiano fatto l'amore tutta la notte, è stata la pioggia di ieri sera, quasi un diluvio universale, e oggi un sole accecante,; che li ha fatti muovere e cantare sulle foglie dei rami. Sembra che anche la campagna qui nutre un po' di affetto per noi ,l'erba è così verde che merita dei baci freschi.
Molte volte mi sono chiesto perché gli uomini viaggiano anziché stare fermi.
Chissà come mi capita di farlo spesso, porto con me sempre il taccuino non quello che fa da portamonete ma quello che fu testimone del rapimento in Kenya, oggi ho scoperto che ha più di venti anni, perché il fatto successe il 28 dicembre 1994, a Korogocho, slum di Nairobi, quello famoso che riuscii a rubare ai ladri che me lo avevano rubato trascinandomi fuori dal pulmino dove mi avevano immobilizzato e picchiato quando per istintiva reazione ho tentato di liberarmi dalla minaccia delle armi.
Il portafoglio in realtà non lo uso più ed è adibito solo a portadocumenti che sono poi la carta d'identità, la patente e tanti altri piccoli tesserini di cui ogni tanto mi diverto a giocare. Ma lo porto sempre con me in Africa. Qui si sta molto bene leggo Chatwin come fosse un missionario sempre in viaggio. E cerco di capire come si fa ad avviare questo nuovo progetto! I ragazzi sono entusiasti ed io pure.
La giovanissima Margherita pare averlo preso a cuore.
Ho scoperto che lei è nata il 28 dicembre (dell'88), è un degno del destino, un talismano che porto con me insieme al portafoglio.
Getche 18- 11 -2013
QUATTRO
PROVE DI ESTRATTIVA di ottima difficoltà
INIZIATA ATTIVITA' MA SERVE :
MICROMOTORE + TURBINA
FRESE OSSEE
Oggi con Giuseppe Bondi, presidente, il sottoscritto fondatore APA, Margherita Mattarolo odontoiatra, Spartaco Dainelli medico odontoiatra, abbiamo dato il via a una umana missione di fattibilità nello studio dentistico di Getche, un po' mal ridotto, ma in; quattro e quattr'otto, l'abbiamo fatto risorgere. E abbiamo fatto i primi tre pazienti. Le radici sembrano rocce attaccate al suolo come montagne, c'è da aver paura a inoltrarsi nel parodonto africano di queste parti, non esiste! I denti sembrano incollati con cemento armato agli alveoli, si fa fatica, e le condizioni in cui lavoriamo sono drammatiche. I pazienti arrivano a frotte sie levano gli stivali infangati dalla pioggia e noi gli leviamo (almeno ci si prova) le loro radici purulente ma ben fissate in mascelle e mandibole.
STRAORDINARI GRUPPO DI MANDRIANI CHE SI CHIAMANO PEUL BORORO: NON HANNO PROPRIETA' NE' CASE E NEMMENO TENDE MA SEGUONO ALLA MACCHIA IL LORO MAGNIFICO BESTIAME DALLE CORNA A LIRA BRUCE CHATWIN (L'alternativa nomade)
DOPO L'AFRICA TROVO COSI' TUTTO AFFETTATO. SONO PAZZO DELL'AFRICA E DEGLI AFRICANI; QUANDO SONO QUI NON HO PAURA; LA GENTE SI RITRAE DI SCATTO SE LA SFIORI MA TI AMA NEL PIU' PROFONDO DEL CUORE. MEGLIO LE DONNONE COI ROTOLI DI CICCIA CHE TI SBATTONO IN FACCIA QUANDO TIRANO FUORI LA TETTA PER ALLATTARE.
CINQUE
Si muore in modo terribile qui in Africa.
Inizio così, come fu ventitrè anni fa con un bambino che mi morì tra le braccia Tobia di allora, e oggi un altro bimbo appena nato, morto perché chissà, Dio solo lo sa, ma forse
in altro luogo si sarebbe salvato. Mio fratello con le lacrime agli occhi cerca di far partire il compressore quando in sala parto a causa del temporale si è fermato tutto, anche il suo piccolo cuore mentre stava nascendo.
Un bambino che non vive, una madre triste, uno sgomento che mi assale come allora.
Le cause? Nessuno le sa anche l'ostetrica, noi per quel poco che abbiamo potuto fare ci siamo dati da fare, ma niente, impotenza silenziosa; con amici e tristezza negli occhi per quel corpicino senza vita.
Questo dice l'Etiopia, questo insegna l'Africa mentre in Europa ci si affanna per la crisi qui si muore ancora perché non ci sono respiratori per neonati, perché in sala parto, se così la vogliamo chiamare, manca l'elettricità e va via tutto e si muore perché non si può seguire la donna (venti anni al suo primo figlio) durante la preparazione, e il travaglio, perché non c'è l'ambulanza perché manca tutto.
Mi spiace ma questo non è giusto, con poco chissà quanti bambini avremmo fatto nascere.
Non si può dire il mondo va così, e guardando i denti da estrarre mi rendo conto di quanta strada c'è ancora da fare qui in Etiopia e in Africa, altro che crisi, altro che banche, altro che lavoro, qui si capisce meglio la lezione della vita.
Questo tratto di strada fatta insieme mi fa capire cosa siano i dolori e i contrattempi che in questo momento mi affliggono.
Le cose che non si riescono a spiegare, le cose che non si riescono a concepire per questo pallido punto blu, (vedi le riflessioni di Carl Sagan; Voyager Uno -pale blu dot) come sono queste piccole vite, cosa è la nostra infelicità eppure oggi è stato negato a un bambino come milioni di altri di vivere solo perché non c'erano le cose che da noi sono una cosa normale.
Allora mi dico quale sia il mistero di ogni vita, uguale a quello di ogni pianeta.
Ogni uomo dovrebbe essere uguale da quel vecchio che si lava al fiume, il povero che è la dove si ferma il mondo, al più ricco possidente che morirà delle sue terre. Non potrò mai dire ecco! perché è tutto già qui nel pensiero. E il pensiero è più veloce del suono e della luce.
La spina o il frammento di legno che ho tolto dal piede della bambina non è che il dolore di queste orribili diversità.
Getche; 20 - 11 - 2013
SEI
BEKOGYI - SHASHAMANE
- 2200 to Shashamane
- 3000 sabato e domenica Awasa
- 2500 Awasa - ADDIS 7700
CASH = 4000
BAR = 100
- FILIPPO 1000 birr
- SPARTACO 1000 birr
- MARGHE 1000 birr
- DINO 1000 birr
Fanculo a Wendiain che ci ha provato a fotterci e che ci siamo lasciati dietro dopo una bella discesa verso Shashamanela strada per Gibuti verso Asella in piena Rift Valley ci ha lasciati senza parole. Infatti dopo una breve sosta all'ospedale di Wolisso e il pranzo sulla bocca del vulcano spento poco dopo Addis Abeba siamo saliti verso l'altipiano costeggiato di sterminati campi di grano e il; ref; quello da cui si fa il pane bagnato che si chiama ngera.
A duemilasettecento metri di altitudine agavi in fiore che muoiono subito dopo aver lasciato posto ad altre fioriture. Sole a picco trenta gradi. Bekoji lil paradiso dei maratoneti qui sono nati più campioni che poveri, tutti per un misterioso prodigio della natura corrono più veloci di tutti. Nomi ipronunciabili che hanno vinto Olimpiadi, campionati del Mondo, insomma gli uomini più veloci della terra vengono da qui, da questo minuscolo paese che offre ossigeno ed emoglobina a go gò. Leggo Chatwin e penso a quello che sarà il nuovo libro fatto di incontri e speranza;perché in fondo ancora mi avvolge, mi stupisce e mi sconvolge quest'Africa inattesa e che tutto sommato non tradisce mai. Etiopia come ritorno a casa perché si è così, ci sono luoghi che ti fanno sentire a casa come qui a Shashamane dove sono tornato già l'anno scorso; che da sempre mi accoglie anche se sono cambiati uomini, suore, preti, ma la gente è sempre quella della città brutta, caotica, sconvolgente per certi tratti, ma la prima che mi ha fatto amare l'Africa. E avventurarmi con la stessa ingenuità di quando si è giovani di esperienze che solo la strada ti può dare, come l'incontro del più strano conduttore di Bajaj che si fa chiamare "Amore" che parla non so quante lingue e guida l'Ape tutto il giorno, che mi fa riflettere sul fatto, ma che ci fa qui?
Così ci ha portato nella parte RASTA della città da cui vengono i motivi di Bob Marley, grande sostenitore della cultura Rasta.
Così con Spartaco e Filippo anche se non proprio di primo pelo ci siamo inoltrati in una selva di case di polvere su una strada dissestata e polverosa dopo che i pucher Rasta ci hanno circondato e esortato a comprare "GANGIA" una marijuana di pessimo gusto e poi ti denunciano anche. Allora col Bajaj siamo andati , o meglio ci siamo rifugiati all'BANANA ART NATURA DEVELOPED IDES - DEL MONDO.
Così Ros Hallen dice di noi in quel pezzo di buco di culo del mondo, questo un museo che mi sembra piuttosto una casa privata che pur di sbarcare il lunario ci si inventa di tutto anche di ricavare dalle foglie di banano motivi e colori fino a farle diventare opere creative alcune delle quali tanto orribili non sono.
Amore ovviamente è rimasto con noi e alla fine ha voluto più di quello pattuito, ma stavolta glielo ho dato volentieri,se l'è meritato!
Shashamane 22 - 11 - 2013
SETTE
ROPI
Periodo di raccolta, c'è qualche area verde, molto giallo, i pagliai, i covoni non so se di grano o di ref quel "miglio" con cui si fa l'ngera, percorso più accidentato dell'anno scorso con qualche problema con il solito driver. Mpovertà, poveri, ma anche speranza. Miseria meno agghicciante di quella vista più di vent'anni fa.
Pranzo, quasi merenda che Father Thamenè della Consolata sempre bene in carne come il suo aiutante. Comunque bene con il solito Jsaac Urbanos che pompa sul fatto che a dicembre finisce l'incarico di insegnante a Casaciullo., che Natalya ora va all'Università e che costa mantenerla. Ma ha una fibra di ferro dopo che gli abbiamo tolto un dente del giudizio scavando l'osso coi metodi "africani". Lui l'ho conosciuto e “mantenuto” fi; da quadno era bambino.
Caldo bestia, ma lui ha retto sia al dolore che al viaggio.
Al ritorno il driver ha puntato i piedi e minacciato di non portarci a Shashamane.
Allora si sono messi a discutere fino a litigare, noi siamo stati zitti e immobili così alla fine gli abbiamo dovuto dare duecento birr in più del totale pattuito (mille).
Insomma è stata una bella escursione nel mondo dei più poveri tra i più poveri contadini del mondo, anche se mi è; spiaciuto davvero non andare a Casaciullo perché la strada non è in buone condizioni soprattutto per un minibus come il nostro. A Casaciullo ho visto il Calvario e la croce dell'uomo moderno. Ho pianto più quella notte che al funerale di mio padre.
Comunque una buona situazione stazionaria. Sera, invito a cena in pompa magna a casa di Jsaac con ngera, riso, carne, vegetali e birra fresca (comprata da noi) con una crisi da broncopatia ostruttiva (da incenso?) da parte di Filippo, l'ematologo.
OTTO
AWASA
Rita Zuccato@yohoo.com
Lei un misto tra Mira una conoscente veneta di mia madre e un energico maschio etiope questa panettiera che produce cinquantamila panini al giorno per l'università e Awasa.
Vedova dall'età di ventisette anni, lui ne aveva trentuno ed era friulano, casa più che dignitosa poco distante dal lago di Awasa.
Accoglienza stupenda, pranzo da re con cotechino bresciano di fratel Aldo comboniano, stufato e spaghetti, mancava solo la polenta ed era fatta. Domenica speciale, bagnata da vini sudafricani, e un rosso pessimo etiope. Ci siamo andati coi fratelli Adami, di Verona Ciano medico all'ospedale don Calabria di Negrar e suo fratello Gigi perito tecnico entrambi in forza a Shashamane come volontari un misto tra Feltri di Libero e Tosi della Lega. Ma quello che mi ha dato un cazzotto allo stomaco e dieci al fegato è quando siamo andati al villaggio delle ragazze di strada a cui Rita Zuccato ha dato loro una casa e una famiglia.
Sessantasei "case" poco più che tuguri ma pur sempre meglio della strada.
Veramente commovente e straziante allo stesso tempo.
Ho pensato molto al "Pale blu dot" e; alle riflessioni di Carl Sagan sulla Terra, (come sopra riportato) qui più che mai.
Un vero tormentone. Il figlio di Rita ha voluto il mio libro ed io gliel 'ho dato. Poi all'Hotel Pinna e dove il lift è un optional.
Serata con emozioni dai tassinari al Levi Resort elegante, ma non covo di zanzare pasteggianti con il nostro sangre blanco.
25 - 11 - 2013
Il ritorno dall'Etiopia è sempre una cosa desolante e triste di cui non voglio parlare